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Psicoterapia per superare l'ansia

Trattamento dei disturbi ansiosi

A una mente tranquilla l’universo intero si arrende

Chuang-tzu

Disturbi ansiosi e cura: intervista a Radio Venezia

Mi capita spesso di accogliere nel mio studio persone che soffrono, talvolta anche da molti anni, di disturbi legati all’ansia, nelle sue svariate forme.

Pazienti e persone che nel tempo hanno tentato magari la via della cura farmacologica senza poi ottenere una sperata guarigione definitiva.

Quello che spiego, in questi casi, a coloro che vengono da me richiedendo un consulto, è che spesso si soffre di un disturbo ansioso per cause che neppure la persona stessa conosce.

Vi sono situazioni in cui non è così, in cui chi ne soffre sa che cosa lo fa stare male. Queste situazioni sono quelle che in genere si esauriscono prima considerato che, sapendo ciò che fa male, diventa più semplice evitarlo trovandovi una soluzione, per quanto questo cambiamento a volte non sia facile e a volte richieda esso stesso un aiuto psicoterapico.

Ma comunque queste sono le situazioni in cui può essere maggiormente indicata una cura farmacologica fino a che la situazione scatenante non sarà modificata o eliminata anche senza il supporto di una psicoterapia.

Facendo un esempio, immaginiamo una persona che soffre di sintomi ansiosi perché al lavoro si trova a vivere un momento in cui vi è conflitto con un collega, allora, fintanto che si adopererà per modificare la causa del suo malessere potrà aiutarsi, se i sintomi sono invalidanti, con una cura capace di ridurli, in modo da garantire una buona qualità di vita durante quel periodo difficile.

Perché mai far sostenere, se appunto i sintomi sono piuttosto importanti, una tensione che agisce negativamente su umore, qualità del sonno, sistema immunitario, funzionalità digestive e molto altro.

Spesso però le persone che incontro non conoscono le reali cause della propria ansia.

In questo caso è necessario, dico loro, conoscerne il motivo scatenante, il motivo più profondo, che talvolta è fuori dalla nostra conoscenza e che può essere recuperato, scoperto, nel corso di un lavoro di analisi al fine che così esso possa essere affrontato.

Spesso mi trovo a spiegare come una grossa parte della nostra attività mentale rimanga al di fuori della nostra consapevolezza. Se ad esempio siamo coinvolti in un dialogo interessante mentre guidiamo o magari ascoltiamo una canzone che ci piace, capita che arriviamo a destinazione senza esserci accorti di avere mosso il volante, valutato distanze, frenate, stop, accelerazioni. Abbiamo in sostanza agito in modo automatico. Così funziona per molte altre delle nostre attività, che però possono decidere scelte, o destinazioni, ben più importanti, o quantomeno, emotivamente cariche, come il modo in cui si sta in un rapporto affettivo.

In questi casi una cura farmacologica senza un lavoro analitico in psicoterapia è destinata così a lenire sì le sofferenze sintomatiche come tachicardie, insonnia, umore e altro, che certo è importante, ma non può ovviamente guarire, e non dico curare ma dico guarire, quella sofferenza in modo definitivo.

Può essere invece, se necessario, una buona idea combinare i due trattamenti; di fatto è ciò le più recenti ricerche sulla efficacia dei trattamenti dei disturbi mentali indicano come via prediletta di trattamento nel caso in cui i sintomi invalidino la vita del paziente.

Molte altre sofferenze legate all’ansia sono trattate e guarite attraverso il solo intervento psicoterapico.

Faccio sempre presente a chi chiede un mio parere che l’ansia non è mai la malattia ma piuttosto un sintomo che indica la presenza di qualcosa che non va e cha va compreso indagando allo stesso modo in cui si agirebbe se il paziente lamentasse una febbre che non se ne va,  e della quale ne va compresa la causa.

Nel mio studio purtroppo mi capita ancora troppo spesso che, nella metafora, io incontri pazienti che sono stati trattati, o che si sono trattati con cure fai da te con antipiretico per anni senza avere mai indagato, o senza che nessuno abbia indagato insieme a loro, su ciò che genera la loro febbre.

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